Donne e motori, gioie e sapori!

Non hanno paura di voi, hanno paura di quello che voi rappresentate per loro: la libertà!
cit. Easy Rider
Ero piccolissima e non so da chi ho ereditato la passione, ma la parete del mio lettino a ponte come andava negli anni ’80 era piena di ritagli di moto (potenti enduro che attraversavano il deserto per arrivare a Dakar).
Questo fu il primo amore verso i motori.
La passione per le ruote e i motori a scoppio mi accompagna da allora. L’idea del vento e della libertà, della conquista di territori inesplorati e umani, per questo lo spazio non mi ha mai troppo affascinato leggendolo come una meta irraggiungibile. Invece ogni cosa che si muovesse sulla terra era per me una magia da conquistare. Guardavo e ri-guardavo film con motociclisti, il mio preferito era Grease 2 e mi chiedevo mentre fantasticavo perché solo uomini alla guida?
Domanda che mi ha accompagnato per lunghissimi anni poiché i miei genitori avevano scelto che io avrei avuto la macchina e non la moto. Avevano paura per me. Io capivo solo che mi volevano impedire di prendere il volo, e così ho imparato a guidare di nascosto le moto degli amici, ho messo da parte infinite paghette per comprarmi il mio primo Si appena compiuti i 18anni…la patente per la macchina presa solo 2 mesi dopo il compleanno…le gare in salita con la vecchissima Super5 di mamma, i ritrovi al metano alle gare di moto la sera…
Un’adolescente ribelle. Niente di strano. Eccetto che ero femmina. Ero l’unica la domenica che guardava la Formula1 e le gare di motomondiale, che continuava a collezionare immagini di potenti mezzi a 2 e 4 ruote. Nessuno mi ha insegnato.
Mio padre è un amante della guida e delle auto, ma non un pasionario, direi più un eccellente utilizzatore e non ha mai capito fino in fondo tutto il mio trasporto..ma capita.
Ci sono “amori” che nascono casualmente, non si possono cambiare, solo scendere ai patti. Come feci io quando vendetti la moto, mio marito non l’amava e lo scooterone era per me più gestibile con il “pilone” come passeggero!

Per queste idee tanto innovative  mi sono complicata un po’ la vita in famiglia
, fatiche evitabili già fossi nata 15 anni più tardi, ma nella mia epoca di genere se ne parlava in modo ancora medioevale: altro che il sindaco di Venezia che bandisce i libri…allora non era raro che qualcuno li scrivesse. Pippi calzelunghe e il suo cavallo erano già ai limiti!!
Comunque tanto ero caparbia che volli provare ad entrare nel giro delle corse, consapevole che il pilota non lo avrei potuto fare, decisi di optare per il design (erano gli anni di Pirinfarina) a ingegneria meccanica. Dopo un anno e mezzo, qualche esame, mi trasferii consapevolmente a Scienze dell’Educazione (Esperto nei processi formativi) perché quella non era la mia strada lavorativa bensì la mia passione (che prese altra forma e che penso vi narrerò in futuro).

Lettura pedagogica per genitori :

– educare significa anche  dare “valore” alle cose, non necessariamente tutto quello che chiedono i figli va esaudito all’istante;
accompagnateli nell’ideare una strategia efficace per raggiungere l’obiettivo;
sosteneteli nella sofferenza degli insuccessi senza spostare la causa all’esterno lontano da loro: così imparerebbero poco se non essere presuntuosi ed insicuri (gli errori sono fondamentali alla crescita);
– apprezzate la costanza con cui alimentano le passioni e aiutateli nel  tradurla in costanza nel perseguire gli obiettivi della vita.

Importante:

Quando un giovane adolescente ha un hobby, un entusiasmo, ricordatevi di non usarlo come “ricatto” scolastico, non otterrete alcun successo se non una persona arrabbiata.
La scuola è il lavoro, quindi come tale deve passare ai ragazzi, non è merce di scambio; poi sta a noi adulti dell’educazione attivare in loro le motivazioni ad apprendere (tutta un’ altra storia)..
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